Studio d'Arte Grafica e Fotografica   Domenico Chiodo                                                             

Recensioni e testimonianze
Benvenuto nel sito di Domenico Chiodo, artista della fotografia e del disegno

05-04-07

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  È stata una piacevole sorpresa per gli appassionati la mostra grafica di Domenico Chiodo allestita nella Galleria Presenze di Rieti che resterà aperta fino al giorno 21. Le opere esposte infatti sono di grande attualità, addirittura di avanguardia, nel tradurre, con raffinata bravura e perfetta conoscenza delle tecniche, la realtà e riproporla in una personale interpretazione artistica, dopo averla teneramente e lungamente ripensata.

     Chiodo ama ritrarre i suoi soggetti, soprattutto volti di donne, con la macchina fotografica per poi trasferire l’immagine, da lui interpretata in tutte le più recondite e sottili sfumature psicologiche, in un quadro. L’artista infatti, nel suo intimo, ricrea e rielabora, con la sua cultura e la sua fantasia permeate da profonda sensibilità, un’immagine di bellezza tutta sogno.

     Ogni approccio visivo con le sue opere è tutta emozione e seduzione: nel contrasto dei fondali sfocato dalla sua liberta interpretativa e nei primissimi piani dove la donna è vera protagonista nella sua opulenza e bellezza trascinante e particolare.

     Va sottolineato anche il contrasto emotivo che suscita nell’ammirare il volto di Cristo con il capo coperto da un manto reso con una tale carica di sofferenza da ricreare nel cuore di chi osserva quasi la tradizionale fronte cinta di spine.

     In tutte le opere di Chiodo si rivela un totale coinvolgimento con un rapporto vitale.

                                                                             

 

                                         Iva Damiani

 

da IL TEMPO del 19 aprile 1984

 

 

     La Pasqua si consuma, l’uomo fa crak e all’interno, quest’anno, si scopre una sorpresa davvero insolita. Ci ha pensato Domenico Chiodo, artista della fotografia e del disegno: si tratta di una raccolta di ben otto incisioni, tirate in sole settantacinque copie e tutte firmate dall’autore.

     Il volto di un Cristo sofferente, le linee sinuose del corpo di una donna, uno sguardo accattivante, un seno, le curve di una mano. La matita dell’artista descrive con minuziosa attenzione il soggetto di volta in volta scelto, oppure si lascia andare, a tratti, ad una accenno di malinconia o d’incanto. Esita per un istante, quindi, via lungo gli inesplorati percorsi della fantasia.

     Sarà capitato, forse a qualcuno, di aver notato questo sensibile estimatore della bellezza, non solo femminile, ma anche paesaggistica, girovagare per le vie della città in cerca di qualche scorcio, di una nuova inebriante visione.

     Un personaggio quasi d’altri tempi e d’altri luoghi, che ci ha regalato prove d’autore ma anche una lezione: quella dell’innocenza con cui solo l’artista sa guardare alle cose del mondo. Il “maestro” Domenico Chiodo entra cosi a far parte, a pieno titolo, dell’album dei nostri ricordi.

                                                                                                        Barbara Bonomi

da IL MESSAGGERO del 12 aprile 1998

 

 

 

Un omaggio alla bellezza femminile: La mostra di Chiodo.

     Notevole successo di giudizi e di pubblico ha riscosso la mostra fotografica-artistica di Domenico Chiodo nella Sala delle Mostre del Palazzo Comunale di Rieti. La sala addobbata con eleganza e gusto, ha ospitato un numero rilevante di fotografie artistiche e di ritratti resi vivi da una elaborazione fine e profonda.

     Un vero omaggio all’arte e alla bellezza femminile. Una sequenza di splendide immagini ha ornato la parte destra della sala, mentre a sinistra, e stato possibile ammirare volti di giovani donne, ritratti con abile perizia tecnica e sicura penetrazione psicologica.

     La mostra si e proposta la finalità precipua di rendere omaggio alla bellezza, intesa non solo come elemento di vanità e mezzo di affermazione nel campo della moda, della danza, del cinema, ma soprattutto come realtà serena e appagante, in cui lo spirito si rifugia nei periodi opachi e ingrati della vita.

     Se le numerose fotografie, ritratte con rara sensibilità e abilità tecnica, hanno evidenziato il mistero di alcuni attimi fugaci del vivere femminile, i ritratti hanno imprigionato nella forma momenti di vita intensa vissuti nel segreto della coscienza. La mostra ha suscitato nei visitatori sincero interesse ed assorta contemplazione.

     La bellezza che si invera nell’arte non e percepibile come in un qualsiasi altro oggetto; necessita di concentrazione dello spirito, di riflessione silenziosa, di trasferimento quasi in un atmosfera pura e rarefatta. L’immagine ha un suo linguaggio lieve e misterioso, percepibile solo da chi osserva con purezza di mente e semplicità di cuore. Solo in tale disposizione interiore si potrà avvertire un moto del cuore, una piacevolezza vaga e sognante, un senso lieve di appagamento e di liberazione.

     Sono rimasto a lungo a contemplare quei meravigliosi volti di donne: e sembrato che gli occhi esprimessero il linguaggio dell’anima, rendessero comunicabili i sensi più riposti della coscienza, partecipassero silenziosamente un lembo della loro singolarità.

     Nella parete sinistra della sala ho ammirato volti di donne ritratte con l’intento di evidenziare la loro bellezza fisica e soprattutto il mondo complesso che urge nella loro interiorità.  Il volto di una giovane donna, nel suo atteggiamento assorto e sognante mi ha trasmesso come un messaggio di purezza e di sogno, mentre il volto dolente della Vergine mi ha partecipato una vibrazione di sofferto dolore.

     L’oggetto artistico forma, in questi attimi, con il soggetto contemplante quasi un’unica realtà ideale, in cui l’arte trasmette il suo linguaggio e chi lo recepisce s’identifica quasi con l’oggetto che gli e dinanzi e col momento creativo dell’artista che gli ha dato vita. Ed allora, l’arte compie un miracolo: quello di aprire il nostro cuore alla contemplazione del Bello e di donarci la grata impressione di essere diventati migliori.

                                                                                                              Nicola Venanzi

da MONDO SABINO dell’8 settembre 2001

 

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